Come funziona un defibrillatore semiautomatico?

Vorresti maggiori informazioni sul funzionamento di un defibrillatore semiautomatico esterno, per poterlo utilizzare al meglio in caso di necessità? Sei alla ricerca di consigli per mantenere il tuo dispositivo sempre efficiente e pronto all’uso

 

Ti trovi decisamente nel posto giusto! In questo articolo, oltre ad approfondire diversi particolari tecnici, ti forniremo una visione chiara e completa circa l’uso di questo importante apparecchio salvavita, diventato obbligatorio nel 2021 per scuole e università, mezzi di trasporto e uffici pubblici. 

 

Sempre più locali si stanno dotando di dispositivi “AED” - conosciuti in italiano con il termine “DAE”, che sta per Defibrillatore Automatico Esterno. Stiamo parlando di ristoranti, aeroporti, centri sportivi, hotel, negozi, stazioni: tutti questi luoghi hanno la caratteristica comune di vedere concentrata una numerosa quantità di persone. 

 

L’uso di un defibrillatore automatico o semiautomatico, in combinazione con l’esecuzione di una corretta rianimazione cardiopolmonare, è utile a scongiurare il rischio di morte in contesti non ospedalieri, nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi con personale medico. 

La tecnologia degli AED (Automated External Defibrillator) 

I dispositivi AED, meglio conosciuti in Italia come DAE, sono costituiti da una unità elettronica alimentata da una batteria e collegata a due elettrodi – chiamati comunemente anche ‘’piastre’’ o “placche”

 

Gli elettrodi sono adesivi ed una volta applicati al torace della vittima, permettono di trasferire una o più scariche elettriche al suo cuore, perché questo possa riprendere a battere. La sofisticata tecnologia del DAE esegue una analisi del ritmo cardiaco e decide autonomamente se sia il caso di erogare la scarica elettrica. Il soccorritore non può mai di sua iniziativa erogare la scarica, è solo il DAE a decidere se sia necessaria: qualora lo sia, si predispone all’erogazione ed invita il soccorritore a premere il pulsante perché venga effettuata. Ma come funziona un defibrillatore nel dettaglio?

 

In commercio esistono molti tipi di defibrillatori, classificati come manuali, impiantabili, semiautomatici, automatici: tranne i defibrillatori semiautomatici e automatici, tutti gli altri sono dispositivi di esclusivo utilizzo medico, perciò concentreremo la nostra attenzione solamente su questi ultimi. I defibrillatori semiautomatici e automatici sono così definiti perché sono in grado di guidare il soccorritore in tutte le fasi del soccorso, guidandolo passaggio per passaggio con una voce guida e con delle indicazioni sull’apparecchio: per questo motivo la legge ne permette l’uso anche da parte di personale non medico.

Una volta applicati gli elettrodi alla persona soccorsa il defibrillatore analizza il ritmo cardiaco e deciderà se sia necessaria l’erogazione della scarica. Se il defibrillatore è di tipo semiautomatico, inviterà il soccorritore ad allontanarsi dalla persona soccorsa e a premere il pulsante di scarica lampeggiante. Se il defibrillatore è di tipo automatico, l’apparecchiatura erogherà la scarica autonomamente nel giro di pochi secondi, dopo aver avvertito di allontanarsi dalla persona soccorsa. La legge 116/21 approvata nell'agosto 2021, consente l’utilizzo anche in Italia dei defibrillatori automatici, al pari di quelli semiautomatici. 

 

I DAE attualmente in commercio sono tutti di tipo bifasico, vale a dire che la corrente di scarica passa tra gli elettrodi prima in un senso, da un elettrodo ad un altro, poi viceversa. Moltissimi studi clinici e sul campo eseguiti negli ultimi 20 anni hanno evidenziato che questa tipologia di scarica è molto più efficace e meno dannosa rispetto alla tradizionale tipologia di scarica chiamata monofasica.

 

Un altro vantaggio dell’applicazione della scarica bifasica è stata quella di permettere la realizzazione di defibrillatori DAE di dimensioni ridotte, più affidabili e in grado di garantire elevata efficacia. Si è passati dai primi defibrillatori DAE monofasici dal peso di 15-20 Kg agli attuali DAE bifasici dal peso anche di soli 1,5 kg. 

 

Tutti gli apparecchi DAE oggi sono in grado di adattarsi automaticamente all’impedenza transtoracica del paziente. L’impedenza transtoracica è quella resistenza che si interpone al passaggio della corrente tra i due elettrodi: è determinata da diversi fattori quali la tipologia degli elettrodi, dall’aderenza di questi alla pelle, dalle caratteristiche fisiche della vittima, dalla quantità d’aria contenuta nei suoi polmoni e dal numero di scariche erogate. Fortunatamente i moderni DAE sono in grado di controllare in ogni istante il valore dell’impedenza e di adattare la scarica ad essa, permettendo così il trasferimento ottimale dell’energia di scarica.

 

I primi defibrillatori funzionavano solo a corrente elettrica ed il loro utilizzo era limitato solamente all’interno dell’ospedale. L’utilizzo delle batterie nei defibrillatori ha permesso a questi di poter essere utilizzati anche fuori dall’ospedale. Gli ultimi modelli di DAE utilizzano delle batterie durevoli ed affidabili e ricambi originali, che permettono di ottenere una manutenzione meno impegnativa, paragonabile a quella che viene effettuata per gli estintori. 

funzionamento DAE

Il voltaggio del defibrillatore 

 All’interno di un defibrillatore semiautomatico esterno sono presenti due circuiti: uno a bassa tensione, all’incirca tra i 9 e i 16 Volt, che serve ad espletare le funzioni base del dispositivo ed un secondo circuito ad alta tensione, per l’erogazione della scarica di defibrillazione, che può arrivare fino a 5000 Volt.

 

Il preciso voltaggio della scarica erogata viene determinato direttamente dall’apparecchio e di norma l’energia è compresa tra i 150 ed i 200 Joule. La potenza della scarica dipende dall’impedenza transtoracica del paziente (vedi paragrafo precedente), che viene costantemente misurata dall’apparecchio.

 

Nel momento in cui si clicca il pulsante di scarica, il defibrillatore eroga una scarica di pochi millisecondi che attraversa due volte il cuore della vittima, in una sorta di andata e ritorno.

Il funzionamento del defibrillatore 

Quando si verifica la condizione di arresto cardiaco, il sangue non è più grado di irrorare in maniera autonoma organi e tessuti, ed il deterioramento delle cellule con conseguente compromissione delle funzioni vitali aumenta esponenzialmente man mano che il tempo passa. Come abbiamo già detto, il metodo più efficace per scongiurare il rischio di morte è l’impiego di un defibrillatore, da applicare alla persona nel più breve tempo possibile. 

 

Una volta collegato, è il DAE a decidere se la defibrillazione sia necessaria: se è il caso, il defibrillatore guiderà il soccorritore passo per passo nell’applicazione della procedura corretta. Occorrerà applicare le placche adesive sul torace scoperto, esattamente nella posizione indicata dalle figure che sono presenti sopra ad ogni elettrodo. Va controllato che entrambi gli elettrodi siano completamente aderenti alla pelle, per assicurare il massimo trasferimento dell’energia. La scarica elettrica erogata agirà sul battito, per consentire il ripristino delle contrazioni regolari. 

 

Va ricordato che per garantire un intervento immediato, è fondamentale che la batteria del defibrillatore sia carica e gli elettrodi siano perfettamente integri. Se la manutenzione è stata eseguita sempre correttamente, il DAE sarà perfettamente in grado di intervenire ed erogare, se necessario, le scariche elettriche. Un intervento di questo tipo contribuirà ad aumentare significativamente le probabilità di sopravvivenza della persona, in attesa dell’arrivo dei soccorsi sanitari. 

 

Ti raccomandiamo di controllare sempre periodicamente lo stato della batteria e degli elettrodi del tuo DAE: da questo può dipendere il salvataggio di una vita! 

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